Il Sole 24 ore

Bitcoin vale più di Visa e MasterCard messe insieme. Tutti i record della criptovaluta –

Mai così in alto. La capitalizzazione di Bitcoin ha superato 1.300 miliardi di dollari. È stata rotta la barriera del precedente massimo a 1.270 miliardi. Ora vale più di Visa e MasterCard che insieme arrivano a 1.000 miliardi.

Il prezzo in biglietti verdi ha sfiorato i 67mila dollari, a un passo (3%) dal massimo storico di 69.500 del novembre 2021. Anche per un investitore europeo la seduta di lunedì 4 marzo entra nel Guinness. Perché il prezzo ha superato per la prima volta i 60mila euro. Questo significa che tutti coloro che hanno acquistato la criptovaluta (anche nel momento peggiore, cioè a fine 2021 esponendosi poi a una correzione del 70% l’anno successivo) e nel frattempo non hanno venduto, dal 4 marzo sono tornati in profitto.Mai così in alto.

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La sfilza dei primati prosegue ricorrendo alle statistiche. Prima di questo ciclo mai il prezzo di Bitcoin aveva aggiornato i massimi prima dell’halving, quel meccanismo previsto dal protocollo in base al quale ogni quattro anni il numero di Bitcoin emessi viene dimezzato. Nei precedenti cicli la vera bull run si è verificata nei 12-18 mesi successivi all’halving. A questo giro la fase pre-halving si sta rivelando più forte del previsto con il prezzo che non accenna a fermarsi.

Altro record: siamo al settimo mese consecutivo di rialzo. Se marzo dovesse terminare con una “candela verde” anche questo primato andrebbe quindi aggiornato. Le fasi pre-halving sono sempre state caratterizzate da un’accelerazione ma anche da una correzione. Staremo a vedere se il mercato rispetterà questa metrica.

All’halving manca ormai poco più di un mese: la data attualmente prevista (ma è suscettibile di variazioni in base al funzionamento del network) è il 19 aprile. Altro record: MicroStrategy, l’azienda guidata dal massimalista Michael Saylor che con un piano di accumulo si ritrova in tesoreria 193mila Bitcoin per un valore prossimo a 13 miliardi, grazie a questo balzo del prezzo sarebbe eligibile, in termini di capitalizzazione, nell’indice S&P 500. Qualora dovesse essere ammessa vorrebbe dire che l’andamento di Bitcoin andrebbe in parte ad influenzare la performance dell’indice di Wall Street.

 

Bitcoin, scatta il rally: superata quota 57.000 dollari

Il Bitcoint supera i 57mila dollari per la prima volta dalla fine del 2021 sostenuta dalla domanda degli investitori così come da ulteriori acquisti da parte di MicroStrategy. La valuta digitale ha guadagnato fino al 4,4% raggiungendo i 57.039 dollari prima di ridurre il balzo ed essere scambiato a 56.085 dollari a Londra.

MicroStrategy, una società di software aziendale che acquista Bitcoin come parte della sua strategia aziendale, ha dichiarato ieri di aver acquistato durante questo mese altri 3.000 token circa. L’azienda possiede ora circa 10 miliardi di dollari in Bitcoin.

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Il prezzo dellla cripto è aumentato del 32% dall’inizio dell’anno estendendo il rally alimentato - rileva Bloomberg - anche dall’appetito speculativo per token più piccoli come Etere e Dogemoneta.

Gli Etf

Un flusso netto di 5,6 miliardi di dollari si è riversato in una serie di ETF Bitcoin di riferimento che hanno iniziato a negoziare negli Stati Uniti l’11 gennaio, segnalando un ampliamento della domanda per il token al di là degli appassionati di asset digitali.

L’halving

Un altro fattore che sta sostenendo le quotazioni è l’imminenza dell’halving, previsto per il 17 aprile. La traduzione dall’inglese è “dimezzamento”: da quel giorno il numero di Bitcoin emessi ogni 10 minuti (aggregati in un blocco che viene aggiunto alla blockchain) passerà da 6,25 a 3,125. Si dimezzerà. Di conseguenza l’emissione giornaliera passerà da 900 a 450 unità e quella annua da 328.500 a 164.250. In definitiva, il Bitcoin diventerà più scarso

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Bitcoin senza freni a 52mila dollari. In un mese gli Etf hanno raccolto 3 miliardi

Nuova accelerazione del prezzo di Bitcoin che si è portato a ridosso dei 52mila dollari. Dopo esser salito del 150% nel 2023, in questo primo scorcio del 2024 la performance è già di tutto rispetto: +22%. Il massimo storico a 69mila (che risale a novembre del 2021) dista un 33%.

A spingere gli acquisti sono le buone notizie che arrivano dalla raccolta delle 11 case che a gennaio sono state autorizzate dalla Sec a quotare un Etf sul prezzo spot di Bitcoin. Le prime due in termini di raccolta sono BlackRock e Fidelity. Dato che si tratta di “Etf fisici” gli emittenti devono detenere il collaterale a garanzia. Di conseguenza un aumento dei flussi verso questi Etf si traduce in automatico in un aumento della domanda di Bitcoin, da reperire per foraggiare il collaterale. Ad un mese dal lancio gli Etf hanno ricevuto flussi netti positivi per oltre 3 miliardi di dollari. Per avere un paragone, i primi Etf sull’oro fisico (lanciati nel 2004) impiegarono due anni per ricevere lo stesso ammontare di masse.

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L’impatto dell’halving

Al surplus di domanda che arriva dagli investitori qualificati che hanno acceso ai nuovi Etf di matrice statunitense (questi prodotti non sono disponibili per il pubblico retail in Europa) si aggiunge, in proiezione, un possibile shock di offerta derivante dall’halving, il meccanismo che avviene circa ogni quattro anni che difatti dimezza le emissioni di Bitcoin. Fra circa due mesi (la nuova data stimata è il 22 aprile) il numero di Bitcoin che ogni giorno verrà emessa passerà da 900 a 450. Domanda in crescita e un’offerta calante si stanno traducendo in un aumento delle quotazioni della criptovaluta che in questo momento sta vivendo di vita propria, scollegata dalle altre classi finanziarie. Lo si è ben visto nella seduta di martedì quando il tecnologico Nasdaq è arrivato a perdere quasi il 2% mentre il prezzo di Bitcoin, dopo un’iniziale discesa, ha recuperato a fine giornata.

Il rally dei titoli

Il buon momento di Bitcoin si riflette anche sulla costellazione di titoli finanziari ad esso collegati. A partire da Coinbase, il più importante exchange statunitense, che offre anche il servizio di custodia a nove delle 11 case di investimento in campo con l’Etf. Le azioni di Coinbase sono salite del 10% nell’ultima seduta e del 120% da novembre. Stesso ragionamento per MicroStrategy, azienda tecnologica guidata da Michael Saylor, da molti considerata ormai una sorta di ulteriore Etf su Bitcoin. Saylor, grande sostenitore del futuro della criptovaluta come bene rifugio globale e come asset per l’inclusività finanziaria, ha avviato un piano di accumulo che ha portato nei giorni scorsi la sua azienda a detenere la quantità record di 190mila Bitcoin per un controvalore al prezzo di ieri di quasi 10 miliardi di dollari.

Nell’ultima seduta le azioni MicroStrategy sono salite del 9,5% a 753 dollari, segnando un rialzo del 450% da gennaio 2023. Da monitorare poi l’andamento dei titoli legati al mining di Bitcoin, fra cui Mara, Riot e numerosi altri. Per queste aziende l’halving sarà un evento traumatico perché dal giorno alla notte i ricavi giornalieri si dimezzeranno. Un banco di prova, per i minatori e per Bitcoin stesso, a cui la criptovaluta sarà chiamata a rispondere fra poche settimane. Il mercato nel frattempo, rialzo dopo rialzo, al momento non sembra preoccupato.

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Bitcoin torna sopra 50.000 dollari: massimo da più di due anni

Il Bitcoin è andato oltre 50.000 dollari. Non accadeva da più di due anni. Si tratta di un andamento che, scontando lo stesso arrivo - 17 aprile 2024 - dell’halving (cioè il dimezzamento della remunerazione in bitcoin a favore dei minatori per la validazione delle transazioni), costituisce passaggio fondamentale lungo la strada del recupero da parte della cripto regina.

Gli alti e bassi

Gli anni più recenti, si sà, sono stati a dire poco turbolenti per il bitcoin. Dopo aver raggiunto il picco di circa 69.000 dollari nel novembre 2021, il prezzo della cryptocurrency ha subito una drastica caduta nel corso del 2022. Il capitombolo è stato dovuto ad un mix di cause. Certamente hanno giocato un ruolo centrale - seppure il Bitcoin ne è rimasto sempre estraneo - le turbolenze nell’industria del cripto mondo, inclusi il crollo dell’ecosistema Terra -Luna (stable coin algoritmica) e lo scandalo della piattaforma centralizzata di scambi FTX.

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La politica restrittiva della Fed

Non solo. La cripto valuta, in qualche modo, è stata vittima del suo successo. Nel periodo precedente al tonfo il bitcoin - divenuto “super star” - è entrato nei portafogli degli investitori tradizionali (sia istituzionali che retail). Con il che, la criptovaluta regina è diventata sensibile alle consuete strategie di quest’ultimi. Ebbene: l’operatore tradizionale non conosceva, o non seguiva, i meccanismi peculiari del sistema socio-tecnologico, bensì quelli della finanza istituzionale. Quindi, nel momento in cui si è entrati nella fase di “risk off” conseguente all’avvio del rialzo dei tassi da parte della Fed, il bitcoin - valutato alla stregua di un titolo hi tech - è stato venduto a mani basse come tutti gli altri asset considerati più rischiosi.

Il cambio di paradigma

Piano piano, però, le cose hanno incominciato a cambiare. Il 2023 ha visto iniziare a diradarsi le nuvole sul cripto mondo. Vero! Il cosiddetto “crypto winter” pareva non finire mai. Nonostante il bitcoin, lo scorso anno, sia cresciuto molto, il suo valore per diversi mesi (fino ad ottobre) si è mosso all’interno del canale composto dal livello inferiore attorno a 20.000 dollari e da quello superiore posizionato in area 30.000 dollari. Successivamente, il token ha perso ogni timore è ha intrapreso la risalita.

Gli Etf sul prezzo spot a Wall Street

Perché questa accelerazione? Anche in questo caso le motivazioni sono varie. In primis c’è stato, a fronte del raffredarsi dell’indice dei prezzi al consumo, l’avvio della prospettiva della frenata del rialzo dei tassi. Certo! Le puntate su quando la Fed inizierà a tagliare il costo del denaro sono aperte. E, però è innegabile che il massimo della stretta sia (al momento) alle spalle. Di più: una spinta, soprattutto in avvio del 2024, è arrivata con l’ok parte della Sec agli Etf spot sul prezzo spot del bitcoin stesso. Inizialmente -a ben guardare - il tanto atteso evento ha implicato una momentanea pressione ribassista sul token in scia al focus degli operatori sui deflussi da Grayscale Bitcoin Trust (GBTC). In altre parole: c’è stato un cambiamento delle strategie degli investitori in merito a quale strumento utilizzare (l’Etf ha preso il centro del palcoscenico) che ha portato un po’ di sballottamenti. Poi, però, la presenza di questi prodotti finanziari, e di giganti come Black Rock, ha dato una bella spinta rialzista.

 

«Bitcoin, il taglio di emissioni un difetto tecnologico usato dal marketing»

«L’halving è fondamentale per Bitcoin: è il dimezzamento dell’emissione pianificato dall’ideatore Satoshi Nakamoto ogni quattro anni per definirne la scarsità. Tecnicamente, sarebbe stato meglio un rallentamento graduale invece di uno shock periodico». Ferdinando Ametrano, fondatore e amministratore delegato di CheckSig, società di custodia e intermediazione Bitcoin per investitori privati e istituzionali, commenta così l’arrivo del prossimo halving, il processo che scandisce rigidamente la politica monetaria di Bitcoin.

Dal punto di vista tecnologico e di mercato una discontinuità è un difetto. L’halving è diventato, però, uno straordinario strumento di marketing: se il rallentamento fosse continuo e più graduale non ne parleremmo, invece abbiamo tutti un appuntamento periodico sul calendario. E se la discontinuità verrà di nuovo superata senza problemi, avremo la conferma che Bitcoin è in ottima salute. Inoltre, in passato l’halving ha coinciso con cicli rialzisti: c’è l’aspettativa che anche quello di aprile amplifichi il ciclo partito nel 2023, sebbene questo abbia altre ragioni più fondamentali.

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Cos’è più significativo dell’halving per l’analisi fondamentale su Bitcoin?

L’approvazione dell’Etf a Wall Street; l’indicazione del CFA Research Institute di allocare il 2,5% del proprio patrimonio in Bitcoin; i chiarimenti regolamentari, come il regolamento Mica in Europa e il quadro fiscale in Italia; la condanna di attori criminali come Sam Bankman-Fried per il fallimento FTX o Changpeng Zhao e Binance per carenze anti-riciclaggio; l’aspettativa di significativi tagli dei tassi nel 2024. A mio avviso, questi fattori sono più importanti. Ma la finanza è anche comportamentale: se gli investitori ritengono l’halving un catalizzatore per la crescita del prezzo, il crederlo ha già un impatto rialzista.

Per i miner è un banco di prova?

 

Larry Fink contro Jamie Dimon. Cathie Wood contro Buffett. Il Bitcoin spacca Wall Street

La quotazione dello storico Etf sulla criptovaluta al mondo sta “costringendo” i protagonisti della finanza mondiale a prendere una posizione su Bitcoin. C’è chi lo ama e chi continua ad odiarlo. Ma non mancano le contraddizioni 

Il lato oscuro dei Bitcoin: inquinano come 16 milioni di auto a benzina

Il via libera agli Etf sul Bitcoin negli Stati Uniti non è un evento rilevante solo per il settore degli investimenti, ma anche per la lotta al cambiamento climatico che rischia di essere frenata se i nuovi prodotti finanziari avranno il successo che molti analisti si aspettano. I nuovi Etf autorizzati dalla Sec non si limitano a replicare l’andamento di futures, ma obbligano gli emittenti a comprare vere e proprie criptovalute, la cui creazione ha un impatto ambientale pesantissimo, in termini di emissioni di gas serra e di consumi idrici.

Il mining di Bitcoin l’anno scorso ha assorbito circa 140 Terawattora di elettricità nel mondo, calcola Digiconomist: il doppio rispetto al 2022 e più o meno quanto l’Italia intera consuma nell’arco di sei mesi. Secondo lo stesso centro di studi la criptovaluta prodotta per circa il 60% con fonti fossili in dodici mesi ha immesso in atmosfera quasi 77 milioni di tonnellate di CO2: emissioni paragonabili a quelle di 16-17 milioni di auto a benzina e pari a quelle dell’Oman, un Paese petrolifero che estrae oltre un milione di barili di greggio all’anno.

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Anche i consumi di acqua legati alla creazione di Bitcoin sono enormi: 2.237 miliardi di litri nel 2023 secondo la stessa fonte, abbastanza per riempire quasi 900mila piscine olimpioniche. O per garantire la sopravvivenza a decine di milioni di persone, in un mondo in cui la siccità – anche per colpa del climate change danneggia sempre più spesso i terreni agricoli e dove l’accesso all’acqua potabile è difficile per almeno 2 miliardi di individui, secondo la Banca mondiale.

La letteratura accademica sull’impatto ambientale del Bitcoin è ricca. Una ricerca pubblicata nel 2022 su Nature calcolava che nel 2016-2021 la criptovaluta avesse provocato danni al clima per 12 miliardi di dollari, pari al 35% del suo valore di mercato nello stesso periodo: ricadute che dovrebbero collocarla nella stessa categoria di attività inquinanti in cui rientrano «la produzione di carne bovina, la generazione di elettricità da gas o la benzina derivata dal petrolio».

Un altro studio, dello United Nations University Institute for Water, Environment and Health (UNU-INWEH), paragonava l’impronta carbonica del Bitcoin nel 2020-21 a quella di 190 centrali a gas. Per compensare le emission sarebbe servito piantare 3,9 milioni di alberi, ricoprendo un’area simile a quella della Svizzera. Pochi però sembrano preoccuparsi deri rischi,

 

Ecco perché i token stablecoin finiscono nel mirino delle agenzie di rating

Quello delle criptovalute è un universo assai variegato. C’è Bitcoin, la primogenita e senza padroni che da sola vale più del 50% dell’intero mercato e ai prezzi attuali circa 900 miliardi di dollari, e poi ve ne sono tante altre (migliaia) che nella maggior parte dei casi non hanno alcun valore fondamentale, né caso d’uso, ma che confondono spesso gli investitori. In questo universo controverso si stanno però ritagliando un ruolo sempre più significativo le stablecoin, quei token che mirano a riprodurre e a mantenere in chiave digitale (e all’interno di una blockchain) il valore delle valute tradizionali (come dollaro ed euro) o in alcuni casi di materie prime (oro).

Il ruolo

I casi d’uso a cui rispondono sono in questo momento storico principalmente due: offrono ai cripto-investitori l’opportunità di scampare alla volatilità di Bitcoin e di altre criptovalute pur rimanendo all’interno di wallet digitali (consentono ad esempio la conversione di Bitcoin in dollari digitali per un investitore che in un certo momento voglia evitare di subire forti oscillazioni di prezzo di Bitcoin). Il secondo caso d’uso riguarda l’inclusività finanziaria. Ci sono numerosi Paesi nel mondo i cui cittadini hanno la doppia sfortuna di non avere accesso a un conto corrente bancario e di vivere in un contesto economico ad elevata inflazione. Per questi cittadini la possibilità di convertire le valute locali traballanti in stablecoin che replicano l’andamento di valute forti (come dollaro ed euro) si sta rivelando un’opportunità in più. Ed è per questo che le stablecoin vedono un utilizzo crescente in Libano, Turchia, Argentina, Venezuela. Paesi dove l’inflazione viaggia a doppia, se non a tripla, cifra. Ma le stablecoin sono davvero così “stable”? Hanno le caratteristiche per proteggere l’investitore? La storia ci dice che non è sempre così: nel maggio del 2022 la stablecoin Ust del protocollo Terra/Luna fallì dal giorno alla notte causando una perdita miliardaria per i numerosi cripto-investitori che avevano puntato su questa forma alternativa di “dollaro digitale”.

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L’esame

Al tema delle stablecoin si è interessata S&P global ratings, la nota agenzia che nel 2011 tolse la Tripla A al debito sovrano degli Stati Uniti. La stessa agenzia ha recentemente pubblicato lo “Stablecoin sustainability assessment (Ssa)”, un lavoro che mira a valutare la capacità di una stablecoin di mantenere un valore stabile rispetto a una valuta fiat tradizionale. Il lavoro include le valutazioni delle otto maggiori stablecoin: Dai, FdUsd, Frax, Gusd, Usdp, Usdt, Tusd e Usdc.

La griglia di valutazione va da 1 (“very strong”, molto forte) a 5 (weak, debole) in base alla capacità di mantenere il proprio ancoraggio a una valuta fiat.

Come mai S&P global ratings ha deciso di entrare nel mercato della valutazione delle stablecoin? «Come società di rating a noi interessa sapere sempre cosa succede nel mondo della finanza, capire le nuove tecnologie e poter dare la nostra opinione sui rischi e le oppurtunità che queste novità portano - spiega Lapo Guadagnuolo, Head of Centre of Excellence Methodologies a livello mondiale di S&P -. Da due anni ci siamo interessati molto al mondo della defi (finanza decentralizzata, ndr) e le stablecoin sono indiscutibilmente un elemento fondamentale del mondo defi, agendo come ponte tra la finanza tradizionale. Dal nostro punto di vista è interessante studiarle per dare un’idea agli investitori di quelle che sono le più affidabili».

 

Pierce, la donna della Sec che ha detto sì all’Etf Bitcoin: «Approvato con 10 anni di ritardo»

In un documento di commento pubblicato sul sito della Sec, la Peirce scrive chiaro e tondo: «Abbiamo sprecato un decennio di opportunità per fare il nostro lavoro

di Vito Lops

SEC Commissioner Hester M. Peirce is seen during the House Financial Services Committee on oversight of the Securities and Exchange Commission in the Rayburn House Office Building on Capitol Hill in Washington, DC on September 24, 2019. (Photo by MANDEL NGAN / AFP)

L’ok all’Etf sul prezzo spot di Bitcoin a Wall Street è arrivato in extremis (ultimo giorno disponibile) e sul filo del rasoio. Dei cinque votanti della Securities exchange commission tre hanno dato il via libera mentre due si sono opposti.

Decisivo è stato proprio il voto del governatore Gary Gensler, che prima del 2021 insegnava blockchain al Mit di Boston e quindi conosceva il dietro le quinte della tecnologia, un misto di crittografia e blockchain, alla base del funzionamento di Bitcoin.

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Lo stesso però in un commento successivo ha preso le distanze chiarendo che «l’approvazione non costituisce un’endorsement di Bitcoin. Ha sottolineato che la Sec non approva né sostiene Bitcoin, e ha rimarcato che gli investitori dovrebbero rimanere cauti riguardo ai rischi associati a Bitcoin e ai prodotti il cui valore è legato alle criptovalute».

Non la pensa così però Hester M. Peirce, l’altro membro che, insieme a Mark Uyeda ha votato sì (per la cronaca i due no vanno iscritti a Caroline Crenshaw e Jaime Lizárraga).

In un documento di commento pubblicato sul sito della Sec, la Peirce scrive chiaro e tondo: «Abbiamo sprecato un decennio di opportunità per fare il nostro lavoro. Se avessimo applicato lo standard che usiamo per altri Etp basati su commodity, avremmo potuto approvare questi prodotti anni fa». E poi rincara la dose: «Da quando sono diventato Commissario sei anni fa, una delle domande che mi è stata posta più frequentemente è stata: “Quando la Commissione approverà un Etp di Bitcoin spot?” Per motivi che ho spiegato molte volte in passato, la logica delle lunghe serie di respingimenti è sconcertante. Prevedere i tempi di approvazione per gli Etp di bitcoin spot era impossibile perché il processo di revisione di queste domande non assomigliava ai processi piuttosto semplici per l’approvazione di ETP comparabili. Le porte si spostavano mentre la Commissione apponeva “Rifiutato” su domanda dopo domanda».

Per la stessa è incomprensibile quindi questa perdita di tempo, anche in raffronto ad altri Paesi che da tempo, come in Europa, hanno sdoganato fondi passivi sulle criptovalute.

«Le giurisdizioni straniere hanno da tempo permesso la negoziazione di Etp di Bitcoin spot. La Commissione avrebbe dovuto trarre conforto dal lancio riuscito e dalla negoziazione senza intoppi di questi prodotti, anche attraverso stress e volatilità di mercato. Invece, fino ad oggi, la Commissione è rimasta ferma nella sua riluttanza a far entrare gli Etp di Bitcoin spot nei mercati statunitensi».

Un mea culpa dietro le quinte della Sec che dimostra, ancora una volta, quando Bitcoin sia divisivo. Tanto tra gli investitori quanto tra i funzionari.

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Criptovalute, la speculazione di mercato infiamma Ether: +9% puntando all’Etf

Il via libera Sec all’Etf spot sul Bitcoin infiamma le altre criptovalute. Ether, la seconda criptovaluta più grande, è emersa come uno dei maggiori beneficiari della decisione delle autorità di regolamentazione statunitensi di approvare i primi fondi negoziati.

Ether è cresciuto del 9% nelle ultime 24 ore a 2.585 dollari alle 7:11 di giovedì a Londra - un massimo di 20 mesi - mentre Bitcoin è rimasto poco cambiato a 46.070 dollari dopo un balzo di oltre il 160% nell’ultimo anno.

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La scommesa dei trader

La disparità suggerisce che i trader stanno scommettendo che gli ETF che investono direttamente in Ether saranno i prossimi a ottenere il via libera dalla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, e che il token deve ancora riflettere tale prospettiva.

Al contrario, Bitcoin ha già registrato un aumento di ottimismo durato mesi riguardo al fatto che l’approvazione per gli ETF che investono direttamente nel più grande asset digitale fosse in arrivo. Ciò ha portato a ipotizzare che il rally potrebbe essere vicino all’esaurimento per ora. «Con le dimensioni, la liquidità e i futures CME esistenti, Ether ha gli attributi, utilizzando il modello Bitcoin ormai di successo, che rendono praticabile un ETF fisico statunitense», ha affermato Richard Galvin, co-fondatore del crypto asset manager DACM con sede a Sydney.

Speculazioni a confronto

Ether è il token di Ethereum, la blockchain commercialmente più importante del settore delle criptovalute. Gli investitori possono guadagnare premi impegnando i token Ether per aiutare a gestire la blockchain, un processo chiamato staking.

 

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MicroStrategy Corporation acquista altri 9.245 bitcoin dall’11 al 18 marzo

MicroStrategy Corporation acquista altri 9.245 bitcoin dall'11 al 18 marzo Da Investing.com

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AutoreFrank DeMatteoCriptovalute

Pubblicato 19.03.2024 13:18

© Shutterstock

Microstrategy, Inc. (MSTR) ha comunicato di aver acquistato circa 9.245 bitcoin per un valore di circa 623,0 milioni di dollari in contanti nella settimana che va dall'11 marzo 2024 al 18 marzo 2024. L'acquisto è stato finanziato con 592,3 milioni di dollari provenienti dal capitale raccolto nella recente offerta di titoli e 30,7 milioni di dollari da fondi in eccesso (come dettagliato nella nostra relazione finanziaria annuale sul Modulo 10-K per l'anno conclusosi il 31 dicembre 2023). Il costo medio di ciascun bitcoin è stato di circa 67.382 dollari, comprensivo di tutte le commissioni e le spese correlate.

Al 18 marzo 2024, MicroStrategy e le sue società controllate possedevano collettivamente circa 214.246 bitcoin. Il costo totale di questi bitcoin era di circa 7,53 miliardi di dollari, con un costo medio per ogni bitcoin di circa 35.160 dollari, cifra che tiene conto anche di tutte le commissioni e le spese associate.

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Il Bitcoin cade a 63.000 dollari dopo aver raggiunto il record storico

Il Bitcoin cade a 63.000 dollari dopo aver raggiunto il record storico Da Investing.com

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AutoreAlessandro BergonziCriptovalute

Pubblicato 19.03.2024 15:01

Investing.com – Il Bitcoin è precipitato a 63.000 dopo aver toccato il massimo storico di 73.741 dollari lo scorso 13 marzo. Negli ultimi 7 giorni la crypto ha perso oltre il 12% e nelle passate 24 ore è sceso fino a un minimo di 62.509. Alle 15 il VALORE BITCOIN è pari a 63.300 dollari in calo del 6,20%.

Da inizio anno, comunque, l’andamento dell’asset digitale segna ancora un +60% rispetto ai 38.546 dollari su cui è rimbalzato l’1 gennaio 2024, un salto sostenuto dall’afflusso di fondi negli etf spot approvati dalla Sec.

Tuttavia, secondo alcuni analisti proprio da lì deriverebbe in parte la recente caduta. Solo ieri, infatti, dall’Etf di Grayscale, sono usciti ben 642,5 milioni di dollari.

Non ci sono certezze su come possa evolvere adesso la curva, ma desta preoccupazione il fatto che il Bitcoin non sia riuscito a mantenere il livello chiave di 70.000 dollari.

Nella precedente fase rialzista, risalente a novembre 2021, dopo aver toccato il vecchio record di 69.000 dollari, la crypto era poi precipitata fino a 16.000 dollari. Ma secondo i sostenitori del Bitcoin questa volta potrebbe esser diverso, proprio grazie agli etf spot che hanno permesso alla criptovaluta di essere accettata tra gli investimenti tradizionali nell’olimpo di Wall Street. L’ultimo rally ha anche spinto diverse case d’investimento ad alzare il target price sull’asset. Come nel caso di Bernstein, i cui analisti sono convinti che il Bitcoin possa arrivare a 150.000 dollari, spinto dagli investimenti istituzionali e dal prossimo halving.

Di seguito, ecco un articolo che spiega cos’è e quando sarà l'Halving di Bitcoin 2024.

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L’EOS scende del 10% in ribasso

L'EOS scende del 10% in ribasso Da Investing.com

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Criptovalute

Pubblicato 19.03.2024 06:00

L'EOS scende del 10% in ribasso

Investing.com - L'EOS era scambiato a $0,9237 alle 05:59 (04:59 GMT) sul Investing.com Index in questo Martedì, in calo del 10,07% giornaliero. Si tratta della più grande crescita percentuale in un solo giorno dal 3 Gennaio.

Il calo trascina la capitalizzazione di mercato dell'EOS a $1,0552B, e alla quota del 0,04% del totale della capitalizzazione delle criptovalute. Ai suoi massimi, il mercato dell'EOS aveva toccato il picco di $17,5290B.

Nelle precedenti 24 ore, l'EOS era scambiato in un range compreso tra $0,9159 e $0,9913.

Negli ultimi sette giorni, l'EOS aveva visto una in calo del suo valore con una perdita del 22,4%. Il volume dell'EOS scambiato nelle ultime 24 ore, al momento della scrittura, arriva a $226,3210M, rappresentando il 0,15% del totale del volume di tutte le criptovalute. Era stato scambiato all'interno di un range tra $0,9159 e $1,2159 negli ultimi 7 giorni.

Al suo prezzo attuale, l'EOS è ancora inferiore del 95,98% dal suo massimo storico di $22,98 toccato il 29 Aprile 2018.

Intanto nel mercato delle criptovalute

Bitcoin quotato a $65.334,2 nel Investing.com Index, in calo del 4,43%.

Ethereum scambiato a $3.377,87 nel Investing.com Index, in perdita del 6,63%.

La capitalizzazione del mercato della cripto Bitcoin era di $1.284,9793B, rappresentando il 52,09% del totale di tutte le criptovalute, mentre quella relativa al mercato Ethereum ha raggiunto quota $407,7636B e il 16,53% del totale.

L'EOS scende del 10% in ribasso

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Il Cardano cala del 11% in ribasso

Il Cardano cala del 11% in ribasso Da Investing.com

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Criptovalute

Pubblicato 19.03.2024 06:49

Il Cardano cala del 11% in ribasso

Investing.com - La valuta digitale Cardano era scambiata a $0,6185 alle 06:48 (05:48 GMT) sul Investing.com Index in questo Martedì, con un calo del 10,85% su base giornaliera. Si tratta della più grande perdita percentuale dal 16 Dicembre 2022.

Il crollo riduce la capitalizzazione di mercato del Cardano a $22,2889B, corrispondente al 0,91% del totale di tutte le criptovalute. Ai suoi massimi, la capitalizzazione di mercato del Cardano era arrivata a $94,8001B.

Il Cardano si manteneva in un range compreso tra $0,6184 e $0,6659 durante le precedenti 24 ore.

Nel corso degli ultimi sette giorni, il Cardano restava in calo nel suo valore, con una leggera perdita del 17,8%. Il volume di scambio nel corso delle ultime 24 ore del Cardano era al momento della scrittura di $881,0385M, corrispondente al 0,57% del volume di tutte le criptovalute. Gli scambi si mantenevano all'interno di un range compreso tra $0,6184 e $0,8097 nel corso degli ultimi sette giorni.

Al prezzo attuale, il valore del Cardano è ancora inferiore del 80,04% dal suo massimo storico di $3,10 toccato il 2 Settembre 2021.

Altrove nel mercato delle criptovalute

Bitcoin scambiato a $64.641,0 sul Investing.com Index, in calo del 5,82% su base giornaliera.

Ethereum quotato a $3.353,80 sul Investing.com Index, in perdita del 7,60%.

La capitalizzazione di mercato della moneta digitale Bitcoin era $1.275,5590B, corrispondente al 52,26% del totale delle criptovalute, mentre il totale di mercato della criptovaluta Ethereum toccava $405,1558B, corrispondente al 16,60% del valore di tutte le valute digitali.

Il Cardano cala del 11% in ribasso

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L’Ethereum scende del 10% in ribasso

L'Ethereum scende del 10% in ribasso Da Investing.com

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Criptovalute

Pubblicato 19.03.2024 09:57

© Reuters L'Ethereum scende del 10% in ribasso

Investing.com - L'Ethereum era scambiato a $3.235,87 alle 09:55 (08:55 GMT) sul Investing.com Index in questo Martedì, in calo del 10,08% giornaliero. Si tratta della più grande crescita percentuale in un solo giorno dal 9 Novembre 2022.

Il calo trascina la capitalizzazione di mercato dell'Ethereum a $396,62B, e alla quota del 16,51% del totale della capitalizzazione delle criptovalute. Ai suoi massimi, il mercato dell'Ethereum aveva toccato il picco di $569,58B.

Nelle precedenti 24 ore, l'Ethereum era scambiato in un range compreso tra $3.235,86 e $3.546,23.

Negli ultimi sette giorni, l'Ethereum aveva visto una in calo del suo valore con una perdita del 17,14%. Il volume dell'Ethereum scambiato nelle ultime 24 ore, al momento della scrittura, arriva a $26,51B, rappresentando il 16,08% del totale del volume di tutte le criptovalute. Era stato scambiato all'interno di un range tra $3.231,9666 e $4.078,4824 negli ultimi 7 giorni.

Al suo prezzo attuale, l'Ethereum è ancora inferiore del 33,47% dal suo massimo storico di $4.864,06 toccato il 10 Novembre 2021.

Intanto nel mercato delle criptovalute

Bitcoin quotato a $63.242,3 nel Investing.com Index, in calo del 7,06%.

Tether USDt scambiato a $0,9998 nel Investing.com Index, guadagno 0,06%.

La capitalizzazione del mercato della cripto Bitcoin era di $1.259,69B, rappresentando il 52,44% del totale di tutte le criptovalute, mentre quella relativa al mercato Tether USDt ha raggiunto quota $103,57B e il 4,31% del totale.

L'Ethereum scende del 10% in ribasso

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