Borsa di Stoccarda Digital sbarca in Italia. Da poche ore la società, che fa parte del Gruppo Borsa di Stoccarda, sesta Borsa valori a livello europeo con oltre 160 anni di storia, ha ottenuto il via libera dall’Oam (Organismo agenti e mediatori) per proporre i propri prodotti finanziari nel Belpaese. Trattasi di asset digitali. Ancor più nello specifico: criptovalute. «Al momento mettiamo a disposizione dei nostri clienti 17 criptovalute che a breve diventeranno 28 – spiega Luciano Serra, country manager Italy di Boerse Stuttgart Digital -. Siamo nel settore dal 2019 e, considerata la nostra esperienza, selezioniamo con molta cura le criptovalute da proporre».
Il settore cripto sta vivendo una nuova giovinezza, come dimostra la lunga fila di case di investimento per ottenere da parte della Sec statunitense l’ok alla quotazione del primo Etf sul prezzo spot di Bitcoin a Wall Street.
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Anche in Europa ci sono stati grandi passi avanti con il regolamento europeo Mica che dovrebbe entrare in vigore nel corso del 2024, proprio per offrire maggiori garanzie ai cripto-investitori, che in passato si sono trovati allo sbaraglio nel dover investire attraverso piattaforme non regolamentate. La Mica, tra le novità, impone il principio di segregazione dei fondi: in sostanza la Borsa o l’exchange che fungono da intermediari nell’acquisto di criptovalute non potranno disporre dei fondi dei clienti, come ricorda il clamoroso fallimento di Ftx che ha lasciato il cerino acceso in mano a tanti.
«Da questo punto di vista è come se stessimo già operando in ambiente Mica, una normativa che è allineata con le leggi tedesche alle quali ci siamo subito adeguati come conferma l’autorizzazione della Bafin – prosegue Serra -. In questo momento abbiamo in gestione criptovalute per 1,3 miliardi di euro. La società che gestisce la custodia è Blocknox e non può fare altro per statuto. Il nostro livello di segregazione è quindi doppio: prima societario e di conseguenza anche patrimoniale. Se vogliamo, quindi, siamo anche più sicuri di quanto prevede la normativa»
Perché avete scelto l’Italia, dopo Germania, Austria e Svizzera? «È il primo mercato a lingua non tedesca dove approdiamo. Si tratta di un mercato importante. Secondo un’indagine dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, Blockchain e web3, circa 7 milioni di utenti in Italia hanno detenuto in passato o detengono oggi criptovalute e altri sette milioni hanno dichiarato che sono intenzionati a detenerle. Si tratta di numeri importanti».