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Gli Emirati Arabi Uniti si impongono come destinazione privilegiata per il mining di Bitcoin in Medio Oriente

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Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) stanno gradualmente consolidando il loro status di destinazione per il mining di Bitcoin (BTC) in Medio Oriente. Il Paese si è affermato come destinazione pro-Web3 per le aziende focalizzate sulle criptovalute, con oltre 30 zone di libero scambio ed un contributo crescente all’hash rate del mining di Bitcoin.Il cammino degli Emirati Arabi Uniti nel settore del mining è cominciato a maggio, con la partnership tra Marathon Digital e Zero Two, la divisione per gli asset digitali del fondo sovrano di Abu Dhabi. La joint venture ha creato due siti di mining con una capacità complessiva di 250 megawatt (MW) ad Abu Dhabi.Abu Dhabi è ormai un polo di riferimento per tutti i tipi di attività di mining di criptovalute negli Emirati Arabi Uniti, grazie alla sua efficienza energetica e al suo status di centro del commercio del Paese.Secondo i dati di Hashrate Index, la capacità combinata di mining di Bitcoin degli Emirati Arabi Uniti è presumibilmente di circa 400 MW, ovvero il 4% dell’hash rate globale di Bitcon. Sebbene Stati Uniti, Cina, Russia e Kazakistan siano i primi quattro Paesi con la quota maggiore dell’hash rate globale di Bitcoin, gli Emirati Arabi Uniti potrebbero gradualmente scalare la classifica grazie alle risorse disponibili.

Panoramica sul mining di Bitcoin negli Emirati Arabi Uniti. Fonte: Indice Hashrate

Come operatore globale nel mercato dell’energia, gli Emirati Arabi Uniti stanno orientando la loro attenzione dalle riserve di petrolio e gas verso l’energia solare e nucleare. Storicamente, l’elettricità del Paese proveniva dal gas naturale, ma negli ultimi tempi le quote di energia nucleare e solare stanno crescendo rapidamente.

Quota stimata degli EAU nella produzione di elettricità. Fonte: Indice Hashrate

La domanda di elettricità degli Emirati Arabi Uniti fluttua in modo significativo tra i mesi più caldi e quelli più freddi, portando ad una forte perdita di elettricità generata. Ad esempio, nel 2021, gli impianti combinati di energia e desalinizzazione degli Emirati Arabi Uniti hanno disperso 20 terawattora, pari a circa 600 milioni di dollari. Tale lacuna e spreco di elettricità potrebbe essere colmata dai miner di Bitcoin.Poiché il mining di Bitcoin si concentra sull’utilizzo di fonti energetiche pulite, nel prossimo decennio gli Emirati Arabi Uniti potrebbero ottenere una quota significativa di energia da fonti nucleari e rinnovabili. Pertanto, il surplus di queste fonti potrebbe essere utilizzato dai miner del Paese. Tra gli altri vantaggi per i miner vi è la politica esente da imposte del Paese.Ciò significa che i miner di Bitcoin possono registrarsi in una delle oltre 30 zone di libero scambio del Paese ed evitare l’imposta sulle società, l’imposta sul valore aggiunto e i dazi d’importazione, un vantaggio significativo rispetto alle operazioni nei Paesi occidentali.

Traduzione a cura di Walter Rizzo

 

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