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Fondatore Animoca Brands: L’incertezza normativa statunitense sulle crypto potrebbe rappresentare un vantaggio per Hong Kong

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Come recentemente riportato, gli esperti del settore ritengono che il crescente interesse di Hong Kong nei confronti della tecnologia blockchain, delle criptovalute e del Web3 potrebbe invogliare le imprese a lasciare gli Stati Uniti.Nell’ultimo anno la città ha intrapreso una serie di iniziative per promuovere lo sviluppo del settore Web3 e consentire gli investimenti retail nelle criptovalute. L’ultimo esempio è la formazione della Task Force per la promozione dello sviluppo del Web3.Yat Siu, cofondatore della società di investimenti Web3 Animoca Brands, è uno dei 15 esperti del settore invitati ad essere consulenti della task force, che si interfaccerà direttamente con i principali funzionari governativi e regolatori finanziari.

Notizie entusiasmanti! Yat Siu (@ysiu), nostro cofondatore e presidente esecutivo, è stato nominato membro della Task Force on Promoting Web3 Development, istituita dal governo della RAS. Yat ritiene che il lavoro della Task Force contribuirà a dare forma non solo a #HongKong ma anche a livello globale… 

In un’ampia intervista esclusiva con Cointelegraph, Siu ha sottolineato il graduale mutamento di attitudine di Hong Kong nei confronti delle criptovalute e del Web3 negli ultimi anni, che pone la città in una posizione unica per attrarre startup e imprese consolidate nella sua giurisdizione.Pur ammettendo che gli Stati Uniti non debbano essere “esclusi” dalla corsa al Web3, Siu ha affermato che molte aziende del settore operino “in un regime di paura” a causa della mancanza di chiarezza normativa. Questa situazione è stata esacerbata negli ultimi mesi dalla deposizione di accuse distinte da parte della Securities and Exchange Commission (SEC) statunitense nei confronti di Binance.US e Coinbase per una serie di presunte offerte di titoli non registrate:

“La SEC non sembra voler essere coerente su questo punto, a differenza di Hong Kong o di altre giurisdizioni come il Giappone, il Medio Oriente o anche l’Europa, che hanno regole che cominciano a divenire coerenti”.

Siu ha affermato che Hong Kong ha ravvisato l’opportunità di assumere una posizione di leadership in termini di guida dello sviluppo del Web3, mentre gli Stati Uniti hanno apparentemente “auto-sabotato” il proprio potenziale di destinazione primaria per le aziende del settore.Anche Hong Kong ha mantenuto il settore delle criptovalute a distanza per diversi anni, con politiche restrittive che vietavano gli investimenti retail nelle criptovalute soltanto recentemente annullate dopo lunghe consultazioni con i sostenitori del settore.Siu ha aggiunto che il governo abbia dimostrato un certo livello di “agilità” nel mutare la propria posizione nei confronti del settore, considerando che non ha sempre accolto con favore le società di criptovalute.La task force Web3 di Hong Kong sarà probabilmente piuttosto fluida. Siu ha dichiarato a Cointelegraph di essere rimasto piacevolmente sorpreso dall’inclusione di così tanti sostenitori del Web3, che segnala l’intenzione della città di continuare a promuovere il settore.Il team di lavoro non si è ancora riunito, con Siu che prevede incontri mensili o trimestrali con una serie di gruppi di lavoro su criptovalute, blockchain e Web3 istituiti a Hong Kong.I membri della task force Web3 hanno stipulato un accordo biennale con il governo di Hong Kong e sono destinati a fornire consulenza sui modi per guidare la crescita del settore. Siu prevede che la task force guiderà lo sviluppo del settore promuovendo i talenti e incoraggiando l’esplorazione di soluzioni blockchain negli istituti di istruzione terziaria:

“Credo che sia un ottimo modo per instaurare un rapporto più stretto con il governo e per portare avanti il programma di adozione del Web3”.

Come riportato in precedenza, gli sforzi di Hong Kong per stimolare il settore Web3 hanno consentito al Cyberport della città di attirare oltre 150 aziende Web3 quest’anno, mentre le aziende avrebbero speso dai 2 ai 25 milioni di dollari per acquisire le licenze di provider di servizi di asset virtuali per operare in città.

Traduzione a cura di Walter Rizzo

 

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