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Pierce, la donna della Sec che ha detto sì all’Etf Bitcoin: «Approvato con 10 anni di ritardo»

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In un documento di commento pubblicato sul sito della Sec, la Peirce scrive chiaro e tondo: «Abbiamo sprecato un decennio di opportunità per fare il nostro lavoro

di Vito Lops

SEC Commissioner Hester M. Peirce is seen during the House Financial Services Committee on oversight of the Securities and Exchange Commission in the Rayburn House Office Building on Capitol Hill in Washington, DC on September 24, 2019. (Photo by MANDEL NGAN / AFP)

L’ok all’Etf sul prezzo spot di Bitcoin a Wall Street è arrivato in extremis (ultimo giorno disponibile) e sul filo del rasoio. Dei cinque votanti della Securities exchange commission tre hanno dato il via libera mentre due si sono opposti.

Decisivo è stato proprio il voto del governatore Gary Gensler, che prima del 2021 insegnava blockchain al Mit di Boston e quindi conosceva il dietro le quinte della tecnologia, un misto di crittografia e blockchain, alla base del funzionamento di Bitcoin.

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Lo stesso però in un commento successivo ha preso le distanze chiarendo che «l’approvazione non costituisce un’endorsement di Bitcoin. Ha sottolineato che la Sec non approva né sostiene Bitcoin, e ha rimarcato che gli investitori dovrebbero rimanere cauti riguardo ai rischi associati a Bitcoin e ai prodotti il cui valore è legato alle criptovalute».

Non la pensa così però Hester M. Peirce, l’altro membro che, insieme a Mark Uyeda ha votato sì (per la cronaca i due no vanno iscritti a Caroline Crenshaw e Jaime Lizárraga).

In un documento di commento pubblicato sul sito della Sec, la Peirce scrive chiaro e tondo: «Abbiamo sprecato un decennio di opportunità per fare il nostro lavoro. Se avessimo applicato lo standard che usiamo per altri Etp basati su commodity, avremmo potuto approvare questi prodotti anni fa». E poi rincara la dose: «Da quando sono diventato Commissario sei anni fa, una delle domande che mi è stata posta più frequentemente è stata: “Quando la Commissione approverà un Etp di Bitcoin spot?” Per motivi che ho spiegato molte volte in passato, la logica delle lunghe serie di respingimenti è sconcertante. Prevedere i tempi di approvazione per gli Etp di bitcoin spot era impossibile perché il processo di revisione di queste domande non assomigliava ai processi piuttosto semplici per l’approvazione di ETP comparabili. Le porte si spostavano mentre la Commissione apponeva “Rifiutato” su domanda dopo domanda».

Per la stessa è incomprensibile quindi questa perdita di tempo, anche in raffronto ad altri Paesi che da tempo, come in Europa, hanno sdoganato fondi passivi sulle criptovalute.

«Le giurisdizioni straniere hanno da tempo permesso la negoziazione di Etp di Bitcoin spot. La Commissione avrebbe dovuto trarre conforto dal lancio riuscito e dalla negoziazione senza intoppi di questi prodotti, anche attraverso stress e volatilità di mercato. Invece, fino ad oggi, la Commissione è rimasta ferma nella sua riluttanza a far entrare gli Etp di Bitcoin spot nei mercati statunitensi».

Un mea culpa dietro le quinte della Sec che dimostra, ancora una volta, quando Bitcoin sia divisivo. Tanto tra gli investitori quanto tra i funzionari.

Riproduzione riservata ©

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