Bitcoin inizia il 2024 con il botto. Il prezzo della principale criptovaluta si è portato oltre la barriera dei 45mila dollari, come non accadeva da 21 mesi. Dopo essere risultato la classe di investimento più performante del 2023 (+156%) il valore dell’unità di conto che gira all’interno della blockchain ideata nel 2008 da Satoshi Nakamoto è aumentato anche nel corso della prima seduta del nuovo anno, nella stessa seduta in cui le Borse Usa hanno sofferto con un ribasso superiore al punto percentuale per l’indice Nasdaq 100.
Verso il lancio del primo Etf
Il massimo storico di 69mila dollari, toccato nel novembre 2021 dista un 50%. A sostenere negli ultimi mesi la quotazione è stata la narrativa sul lancio del primo Etf sul prezzo spot (corrente e non basato su contratti future) a Wall Street. Al momento ci sono 13 case di investimento in lizza per l’ottenimento del nullaosta da parte della Sec (Securities exchange commission) statunitense guidata da Gary Gensler. Nonostante questi prima del suo incarico alla Sec insegnasse blockchain al Mit di Boston, finora ha sempre negato l’approvazione di un Etf su Bitcoin. Questa volta, però, potrebbe essere la volta buona. Ed è su questo che il mercato ha puntato portandosi in avanti e facendo difatti decollare il prezzo della criptovaluta (e delle società quotate al Nasdaq che orbitano nel settore come ad esempio Coinbase e MicroStrategy) nelle ultime settimane.
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L’ottimismo degli operatori deriva dal fatto che in questa nuova tornata di richieste la Sec si è mostrata molto più propositiva, sollecitando in più occasioni i richiedenti ad inviare documenti ulteriori per rendere più completa la domanda di ammissione. Tanto che secondo gli analisti di Bloomberg le probabilità che l’Etf venga approvato entro il prossimo 10 gennaio sono pari al 90%. Come mai 10 gennaio? Perché in tale data scade l’ultima risposta possibile (nel bene o nel male) che la Sec dovrà fornire a 21Shares/Ark Invest, le due case di investimento che insieme e per prime a questo giro hanno presentato lo scorso anno la domanda per la quotazione. A ruota se ne sono accodate altre 12, tra cui Invesco, Fidelity e, soprattutto, BlackRock.
Quest’ultima è la prima società al mondo di risparmio gestito con masse intorno ai 10mila miliardi di dollari. Il cambio di marcia del ceo Larry Fink – che in passato aveva definito Bitcoin come strumento per il riciclaggio mentre recentemente in diverse occasioni ne ha parlato come nuova forma di “oro digitale” – pare aver dato una svolta al dilemma sull’Etf, anche perché BlackRock vanta un track record incredibile con la Sec (575 approvazioni su 576 domande).
Approvazione data per scontata
A questo punto l’approvazione dell’Etf è quasi data per scontata dal mercato e potrebbe arrivare nelle prossime ore. Considerata l’elevata aspettativa che si è creata intorno a questo prodotto un rifiuto della Sec sarebbe una pesante sorpresa, un cigno grigio. Va precisato che su alcuni listini europei (Svizzera, Germania) è già possibile acquistare fondi che replicano il prezzo di Bitcoin (sotto forma di Etn o Etc) ma il mercato si aspetta una portata molto più significativa per Bitcoin da un Etf spot quotato a Wall Street. Sia perché la piazza statunitense è la più liquida al mondo e sia perché un prodotto del genere potrebbe spingere le società emittenti ad investire molto di più nella raccolta attraverso il pubblico retail e, soprattutto, di quegli investitori istituzionali che magari finora avrebbero voluto investire in Bitcoin ma sono rimasti alla finestra per non correre il rischio di doverlo fare attraverso exchange poco regolamentati. Se l’Etf sarà approvato quindi, dal punto di vista dei fondamentali, sarà certamente una buona notizia per la community cripto. Bisognerà fare attenzione però, quanto meno nel breve, all’ipotesi del “sell on news”, ovvero che tutti coloro che hanno comprato prima della notizia speculando su un rialzo del prezzo, decidano di prendere profitto a notizia certa. Nel bene o nel male la telenovela si concluderà fra pochi giorni.
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