Home Fonti esterne Il Sole 24 ore Consob e pericolo hacker: troppe Borse cripto senza strutture adeguate

Consob e pericolo hacker: troppe Borse cripto senza strutture adeguate

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La sicurezza cibernetica delle applicazioni nel mondo cripto rimane una criticità. È uno degli spunti che possono cogliersi dal rapporto “Emerging trends in sustainable investments and cryptoasset markets” pubblicato ieri dalla Consob. L’autorità di controllo dei mercati, tra le molteplici tabelle fornite, rimarca che – tra 118 piattaforme di scambio di criptoasset – sono solamente 14 quelle che hanno una struttura tale da ritenersi molto sicure. Una sicurezza la quale, in base al livello di preparazione contro gli attacchi esterni verso le loro piattaforme (server, servizi web) o gli utenti (caratteristiche di sicurezza degli account), ha visto aumentare la quota di exchange che, a fine agosto scorso, avevano un minore livello di salvaguardia. Insomma: la cybersicurezza resta una questione sul tavolo del cripto mondo.

Finanza decentralizzata

Ciò considerato, e più in generale, la Consob ribadisce che nel 2022 il valore totale rubato in “crypto hacks” ha raggiunto il record di 3,8 miliardi di dollari. Il valore più alto dal 2017 ad oggi. Qui, peraltro, va ricordato che il fronte maggiormente oggetto di attacchi è quello della Finanza decentralizzata. L’Authority, in tal senso, rileva che al 30/9/2023 l’ammontare dei fondi sottratti nella DeFi è salito oltre 3 miliardi di dollari. Un trend che ha le sue motivazioni. La Finanza decentralizzata, è noto, si basa ampiamente sulla trasparenza. Tutte le transazioni vengono realizzate “on chain” e i codici dei contratti automatici (smart contract) che gestiscono i protocolli sono pubblici.

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Da un lato è l’appeal della DeFi: ognuno può vedere cosa accade ai propri fondi e quando vengono usati. Dall’altro, però, è anche la sua debolezza. Il pirata informatico è in grado di scandagliare i codici e coglierne le debolezze per colpire al momento giusto. Non solo. La ricerca spasmodica del ritorno sull’investimento, spesso fa passare in secondo piano le attività di controllo e di adeguatezza rispetto ai protocolli. A fronte di un simile contesto, l’audit di terze parti potrebbe essere un meccanismo che consente di limitare l’efficacia dei cripto assalti. Ma, finora, l’approccio non pare essere così diffuso. Ciò detto, è un andamento che stupisce? «A ben vedere -spiega Christian Miccoli, ceo di Conio ed ex ad di Che Banca! – la dinamica non sorprende. In generale stiamo assistendo, in questo periodo, all’incremento degli attacchi hacker alle istituzioni tradizionali». Quindi, non è strano «vedere che anche il cripto mondo ne è colpito». Al di là di cio, rispetto ai livelli di sicurezza della piattaforme cripto, deve sottolinearsi che, evidentemente, ci sono delle criticità. E, tuttavia, «importanti passi in avanti sono stati realizzati».

Investimenti sostenibili

Fin qua le cripto. Il rapporto, però, riguarda anche gli investimenti sostenibili . Un settore dove può rilevarsi un elemento interessante. Cioè: il Sustainalytics Esg risk core è, nell’area euro, calato tra dicembre 2019 e dicembre 2022. Senza subire, poi, ulteriori variazioni nel 2023. Si tratta di un trend che segnala come sussista un tendenziale aumento della capacità delle imprese nel gestire i rischi Esg: dai cambiamenti climatici alla mancanza di inclusione sociale fino al rischio di transizione e la remunerazione del management.

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